Attraverso la porta della Domenica delle Palme, entriamo nella settimana più santa per noi cristiani. Mai come quest’anno abbiamo bisogno di questi giorni per imparare la via d’uscita dal buio in cui ci sentiamo prigionieri. Per questo i giorni di questa settimana sono un grande esercizio di discepolato. Dobbiamo imparare ad andare dietro a Gesù, seguirlo, rallentando il racconto della Passione fino a farci prossimi a Lui nella sua tristezza, nella sua angoscia, nel suo sentirsi abbandonato, nella sua sofferenza, e solo così scoprire che da soli siamo solo condannati; aggrappati a Lui, invece, possiamo venir fuori da qualunque sepolcro perché Egli ci mostra il giusto modo di vivere ciò che noi sappiamo vivere solo con impotenza, angoscia e panico. Gesù non ci ha dato la spiegazione della nostra sofferenza, ci ha chiesto di afferrargli la mano. Uniti in quella stretta sperimentiamo davvero il significato della Pasqua: “passare da una situazione di morte a una situazione di vita”. Ecco perché, soprattutto nelle difficoltà, lo acclamiamo così come ci insegna il Vangelo di oggi: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Egli viene con lo scopo preciso di salvarci. Oggi, con 
settimana santa e1585996352168semplicità, ripetiamo continuamente “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”, come una giaculatoria che ci aiuti a fare memoria che Dio ha mandato Suo Figlio a salvarci. E che il buio (qualunque esso sia) ha già le ore contate.
La mansuetudine con cui Gesù si consegna alla folla di Gerusalemme ci rivela in fondo il suo vero cuore. Egli sa benissimo che la folla che oggi lo acclama tra qualche giorno chiederà la sua morte, eppure non indietreggia. Gesù si affida come un bambino alla volontà del Padre. La Domenica delle Palme è l'inizio dell'irreversibile. Tutti nella vita ci troviamo in situazioni in cui riusciamo a tornare indietro, ma poi ad un certo punto si affacciano un altro tipo di situazioni, quelle in cui ciò che accade non può più essere cambiato. Sono circostanze ed eventi indelebili, irreversibili. In queste situazioni bisogna imparare a fare come Gesù: credere che il Padre ci ami contro tutto e contro tutti. Credere a questo amore anche quando ci sembra che i nemici vincano, le circostanze hanno la meglio, e ci sentiamo soli e abbandonati. La settimana Santa ci insegna in che modo bisogna imparare a perdere affinché alla fine si vinca. Seguiamo Gesù. Camminiamo dietro a Lui. Impariamo da Lui. Distacchiamoci dalla folla, e impariamo ad essere suoi discepoli. Un cristiano non ha bisogno di facili entusiasmi ma di testimonianze credibili. Gesù non è un entusiasmo, ma un testimone credibile a cui guardare.
 
(don Enrico Lupano)